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Buoni propositi

Tutto quello che smetto di alimentare finisce irrimediabilmente. I rapporti, le relazioni e perfino gli sguardi. Quando smetto di guardare qualcuno anche quel qualcuno si arrende.
Tengo alle cose, e alle persone, più di quanto le
cose e le persone tengano a me.
Sono sproporzionata, spropositata, eccessiva, sconveniente. Sono io, solo io, a desiderare che certe cose avvengano: senza alcuna partecipazione esterna.
Sono alla guida di un veicolo che nessuno vuole davvero guidare, tranne me. E allora mi chiedo che valore abbiano tutti quei meccanismi che
esistono, e resistono, solo grazie alla mia volontà.

Ha davvero valore un desiderio non condiviso?
Cosa succede quando smetto di impegnarmi?
Cosa accade quando mi assento?
Il mio allontanamento non provoca alcun turbamento,
e non mi sembra di percepire alcuna nostalgia nelle braccia di quelle persone a cui dovrei mancare.
Il telefono non squilla. Il campanello non suona.
Ci sono troppi “come stai?” mancanti, e tra tutte
quelle mancanze mi rendo conto che non dovrei
mai mancare a me stessa, che non dovrei mai perdermi di vista anche quando nessun altro sembra vedermi. Forse dovrei ridefinire i miei stessi margini: lavorarci di più e con più costanza. Ma ancora una volta mi ritroverei ad eccedere, a straripare, ad esagerare. Come se la misura, qualsiasi misura, fosse sempre quella sbagliata per me.

Ci sono momenti, rarissimi, in cui riesco quasi a guardarmi dall’alto e la prospettiva cambia drasticamente. Con i piedi per terra tutto ciò che
faccio mi appare “giusto”, buono e sensato ma da un’angolazione diversa non sono più sicura che sia davvero così.
Mi preoccupo sempre di fare -abbastanza- ma vorrei tanto ricordare a me stessa che è più importante -non fare troppo-. Dovrei imparare ad attendere. Cosa?
Un cenno, un gesto, un saluto, un abbraccio e invece gioco sempre d’anticipo.
La fine dell’anno si avvicina e con lei anche i “buoni propositi”; io ho smesso di stilare quella lista molti anni fa ormai ma forse vale la pena scriverle due righe.
“Prometto solennemente a me stessa di imparare a lasciare andare chi lascia andare me.”.


-LA SCONOSCIUTA

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