Il viaggio stellare dell’Upupa

L’upupa si distingue dagli altri uccelli grazie al coloratissimo piumaggio e al caratteristico verso “hup-hup”. Pensate che, nell’antico Egitto, era considerato un animale sacro! Invece a Genova, proprio per la vivacità dei colori che ricordano la primavera, viene chiamato “gallettu de marzu” ossia galletto di marzo.

Sull’Appennino italiano ce n’era un esemplare molto birichino che faceva i dispetti a tutti gli altri uccelli, soprattutto all’aquila reale che, fiera, volava sempre più in alto di tutti gli altri. L’Upupa, probabilmente un po’ invidiosa, le metteva sempre in disordine il nido, e così l’Aquila si arrabbiava e la inseguiva per tutta la notte.

Una sera l’Aquila stava appollaiata in cima ad un monte. L’Upupa si avvicinò di soppiatto: voleva sorprenderla alle spalle per farle prendere un bello spavento.
“Ti ho visto Upupa! Sappi che io vedo meglio del Falco e di notte sono più vigile del Gufo!” disse l’Aquila.
“Uffa… sempre a darti tante arie…” rispose l’Upupa
“Oggi sono stanca e non ho voglia di dartele di santa ragione. Vieni vicino a me, voglio mostrarti una cosa” aggiunse l’Aquila con voce più calma.
“Cosa?” Chiese curiosa l’Upupa.
“Ti insegnerò come volare più in alto di me, così non sarai più invidiosa e smetterai di tormentarmi” rispose superba il rapace.
U “Ma piantala non sono mica una tortorella, non me le bevo queste sciocchezze”
A “Indicami una stella, ti ci porterò! Forza! Per questa volta ci andremo insieme”
L’Upupa indicò una stella a due passi dalla Luna: “Quella lì, che è bella luminosa!”.
A “ Benissimo. Ora chiudi gli occhi e immagina di volare fin lassù”
L’Upupa chiuse gli occhi, non del tutto convinta.
U “Non succede niente… mi stai prendendo in giro!” rispose stizzita “Domani ci faccio pure i bisognini, sul tuo nido!” L’Aquila, con aria seria ma benevola, rispose: “No, sei tu che sbagli. Concentrati, ci devi credere! Devi volerlo davvero! Dai, riprova!”
L’Upupa fece un respiro profondo e, senza volerlo, emise dal becco il suo bizzarro verso: “hup hup”. Sentì sulla punta delle piume una folata di vento, aprì gli occhi e si ritrovò in compagnia dell’Aquila sulla stella luminosa a due passi dalla Luna.
U incredula “Wow! Ma com’è possibile?”
A “È la forza dell’immaginazione. Non dipende da quanto sono grandi e forti le tue ali, ma da quanta volontà ci metti!”
Esplorata la stella, l’Upupa e l’Aquila decisero di tornare sulla Terra, sul cocuzzolo del monte appenninico. Bastò chiudere nuovamente gli occhi e volerlo intensamente.
Fu così che divennero grandi amiche e, allenando la loro immaginazione, ogni sera visitavano una stella nuova, ogni volta ponendo lo sguardo sempre più lontano.

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