[A Tor Bella Monaca non piove mai – Bocci]
A Tor Bella Monaca non piove mai [2019] è primo lungometraggio di Marco Bocci, tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso Bocci.
Opera prima riuscita, citazioni cinematografiche dirette ed indirette che solleticano la curiosità dei cinefili. Siano benedetti i registi e gli sceneggiatori cinefili, spesso purtroppo si commette l’errore di credere che chi intraprende carriere cinematografiche ami e conosca la storia del cinema. Purtroppo è sempre più raro.
Andiamo con ordine: prima mi tocca parlarvi della trama, durerà poco ma almeno ci leviamo di torno la formula posticcia su cui si basa la critica cinematografica. Per futuri spettatori pigroni questo ed altro!
Mauro [Libero De Rienzo] e Romolo [Andrea Sartoretti] sono fratelli, vivono ancora in casa con gli anziani genitori. Sotto il tetto dei genitori e sotto il cielo di Tor Bella Monaca.

Romolo alle spalle ha una condanna per rapina, è sposato ed ha una bambina; Romolo mantiene la sua famiglia lavorando come saldatore ed ha chiuso con il crimine. Mauro ha studiato ragioneria, si guadagna da vivere distribuendo volantini, aspettando di essere assunto dal comune come impiegato. Oltre ad un posto fisso sogna ancora l’ex fidanzata Samantha [Antonia Liskova] e per lei farebbe – spoiler: farà – di tutto.
La morte della nonna metterà a nudo il fragile equilibrio dell’intera famiglia. Come per molte altre famiglie italiane anche la loro economia domestica dipendeva dalla pensione della nonna.
Un lutto che segnerà l’inizio della fine. A fare da cornice alle gesta dei due fratelli c’è la sempre più inflazionata periferia romana; con i suoi problemi, con il suo tessuto sociale chiuso ed indecifrabile agli occhi di chi sta fuori.

La narrazione gioca sul classico dualismo: bene e male. Un bene ed un male che si mischiano, diventano sfumature illeggibili e giocano su stereotipie, per esempio alla fine Romolo viene arrestato solo ed esclusivamente perchè ha precedenti e la confessione di Mauro cadrà nel vuoto poiché non verrà creduto. Bocci tenta di scardinare gli stereotipi incarnati dalle periferie, e ci riesce molto bene usando strumenti narrativi già visti e rivisti.
Insomma non c’è nulla di nuovo, la stessa storia della fondazione di Roma posa sul dualismo di due fratelli . Nonostante non ci sia nulla di nuovo dal punto di vista narrativo non si casca mai nella banalità non siamo davanti ad una di quelle pellicole con “l’autopilota”, si sarebbe potuto fare molto di più in fase di adattamento dal romanzo. Troppi “Cut, cut cut” – alla Vanoye, diciamo – che non permettono ad alcuni personaggi di emergere – come per esempio il poliziotto deluso -; personaggi di importanza tutt’altro che secondaria.
Se amate il cinema di genere, le citazioni – qui andiamo da Caligari a Di Leo – o molto semplicemente volete godervi una domenica sera tranquilla allora questo è il film che fa per voi!
Badate bene: si tratta di un film molto bello, a scriverlo è una persona che tollera sempre meno questa tendenza del cinema italiano contemporaneo a rimanere nel recinto del GRA., quindi fidatevi ne vale la pena.
-Daniele.
Ps: Vi lascio di seguito il link per il film, disponibile gratuitamente sul rito della Rai.
Pps: Bocci appare nel film per pochi secondi, ho sempre amato i registi che improvvisamente compaiono nei propri film, come il mio amato Petri.
https://www.raiplay.it/programmi/atorbellamonacanonpiovemai
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