In fondo a destra, accurati e inquieti
Un taglio netto nella notte separa la cura dalla trascuratezza, è così che ho imparato a dividere il mondo. Un po’ per sopravvivenza e un po’ per istinto. A destra, nell’emisfero delle intuizioni, c’è l’alba timida e ovattata destinata a coloro che sono capaci di intrecciarsi al silenzio. A sinistra, nell’emisfero del calcolo, tramonti a dismisura: abusati e violentati dal flash di macchine fotografiche impazzite.
Allaccio le mie vans, corrompo le lucciole e mi improvviso pittrice. Le mie sono pennellate pensate, minuziose, caute ed esitanti. Nel mondo romano antico -Cura- era premura ma era anche inquietudine e preoccupazione. Era ansia e affanno. Strana coincidenza che sia stata proprio lei a creare l’uomo, e proprio dal fango.

E allora un po’ per sopravvivenza, e forse per istinto, sarebbe saggio scegliere il corridoio in fondo a destra dove la cena è fredda e nessuno ha il tempo di riscaldarla. Dove possiamo giocare con le posate come quando eravamo bambini, quando le facevamo tintinnare contro il bicchiere.
Stavolta però senza che nessuno ci intimi di smettere. Scegliamo una stanza vuota, lontana dall’inconveniente che il rumore si porta dietro. Lì dentro possiamo smettere di sgomitare. Lì dentro dobbiamo cedere, svenire e sovvenire. Possiamo decidere di modellare la materia di cui siamo fatti e, come sosteneva Heidegger, “comprendere noi stessi in funzione delle nostre possibilità”. Sleghiamoci dal concetto di terapia, smettiamo di credere che l’unica cosa che conta sia la riduzione, spesso forzata e innaturale, del dolore.

Quando riusciremo a prendere le distanze da questa gabbia riusciremo nella missione più eroica di sempre: costruire uno spazio armonioso in cui spirito e mente parlano la stessa lingua. E non sarà più -cura- ma Cura! Sarà bellezza, piacere, risorsa e saremo noi che siamo figli dell’accuratezza. E se tutti intorno saranno distratti, approssimativi e inosservanti almeno noi sapremo in che direzione guardare. Sempre in fondo a destra, accurati e inquieti.
-La Sconosciuta-
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