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Torino Film Festival / Fuori Concorso: Neiva en Benidorm di Coixet Isabel.

« Il tempo è un modo di sentire che sta succedendo qualcosa, e se non succede niente c’è sempre una promessa ».

Peter Riordan [Timothy Spall] abita a Manchester e lavora per una banca, vive una vita monotona, le sue giornata sono scandite e plasmate solo sul lavoro, l’unica evasione che si concede è la meteorologia come dice lui stesso: «  è il mio unico hobby ». Dopo il licenziamento decide di rompere i suoi schemi, si reca a Benindorm – città spagnola che si affaccia sul Mediterraneo – dove da anni vive il fratello Daniel. Al suo arrivo però non trova il fratello e scopre che è scomparso da giorni; Peter decide quindi di indagare sulla scomparsa ed incontra sulla sua strada molti personaggi grazie ai quali mette in discussione la propria vita e le proprie scelte.

Grazie a Pedro e Agustín Almodóvar, Isabel Coixet torna dietro la macchina da presa – dopo l’incerto « Elisa e Marcela » [2019, Spagna] – regalandoci un dramma romantico che funziona rispetto alle precedenti pellicole. Una storia fatta di riflessi e doppi.

Paul Valery scrisse « Tutto quel che dici parla di te: in particolar modo quando parli di un altro. » ed è proprio su questo semplice concetto che si basa la storia di Peter, a Benindorm – cittadina in cui tutto sembra assurdo agli occhi dell’inglesissimo impiegato di banca – ogni personaggio ha un suo opposto, una nemesi e si specchia naturalmente in essa: Alex [la ballerina di cui si innamora Peter] ha come personaggio opposto Lucia la domestica di Daniel; Campos piccolo strozzino di quartiere si rispecchia in Marta la poliziotta, tra l’altro sua sorella; lo stesso Peter ha come personaggio opposto Daniel il fratello. L’indagine di Peter si focalizza proprio su questi personaggi, pian piano però tutto si perde, a nessuno importa più sapere che fine abbia fatto Daniel, Peter stesso prende le sembianze del fratello, incomincia ad abitare nel suo appartamento per poi finire ad indossare i suoi indumenti.

Ma questo non cambia – se non in apparenza – il carattere e le azioni di Peter, rimane attaccato al suo strano hobby quello della meteorologia perchè è l’unico modo che ha per contrapporsi alla verticalità della città di Benidorm alla quale non era abituato avendo sempre vissuto nell’orizzontalità di Manchester, con le sue case basse e l’alienante routine di un impiegato di banca. Manchester viene rappresentata con piani medi di Peter, dettagli di oggetti, e primi piani dei colleghi di Peter, a differenza delle inquadrature riservate a Benidorm il campo lungo è totalmente assente; forse per sottolineare ancor di più la dimensione claustrofobica in cui Peter vive. Mi piace pensare che Manchester sia stata volutamente rappresentata come una scatola chiusa per sottolineare il nuovo scenario imposto dalla Brexit, d’altronde in tutto il film aleggia lo spettro della brexit, citata spesso dai protagonisti.

Il punto di forza di questa pellicola è proprio nei personaggi, portatori di una velata malinconia, vorrebbero scappare ma sono incapaci, l’unico ad esserci riuscito a quanto pare è Daniel. I protagonisti non cercano Daniel ma le motivazioni che l’hanno spinto a scappare, la forza che l’ha spinto a cambiare vita senza dare spiegazioni. Ci si perde in questo viaggio alla ricerca di un alibi e del proprio specchio.

Un buon film, guardatelo.

-Daniele.

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