La Fortezza – Mann e il mistero del fanta-horror
Nel terreno di Carpenter, di Fog (1980), ma soprattutto di The Thing (1982) e del successivo Prince of Darkness (1987), Micheal Mann al suo secondo film nel 1983 con The Keep tratta di Cose dell’altro mondo. In piena seconda guerra mondiale i nazisti occupano un castello in Romania, compiono rappresaglie sui civili pensando che le morti all’interno avvengano per mano dei partigiani, in realtà il colpevole è una forza ancestrale nascosta tra le mura: il male assoluto che agogna la liberazione perpetua. Il tema ebrei e nazisti è funzionale all’escatologia narrativa, ogni personaggio è archetipico e utile allo svolgimento dell’intreccio: viandante senza nome, prete, professore ebreo, figlia amorevole, ss pentita intellettuale, generale spietato.
La fortezza è il luogo alieno, inteso come extra-fisico, è l’area confinata e arroccata nel mistero di una dimensione altra, scrigno di terribili co(no)scienze come la zona di Stalker, Tarkovskij, (1979). La facile collocazione visiva/estetica nel periodo scuro del genere “anni 80” riveste la pellicola di un’atmosfera obliqua tra il sinistro(buio) e il destro(lampi di luce). Quel fascino di modernità palpabile e fluorescente pre-era digitale che spesso è stato un velo pregiudiziale, è al servizio di un racconto su universali impegnativi quali il Male e lo squilibrio del potere. Il Nazismo e l’odio non sono sistemi calati dall’alto ma scaturiscono dall’essere umano, in un movimento interno-esterno e non viceversa, non si è influenzati ci si lascia influenzare, specie nella nuova era dell’iper-esposizione. Così la decisione di uno sterminio per “giustificata” causa non libera dal male, Pater Nostro, ma libera il male, dandogli forma e corpo, Amen, e sarà l’Apocalisse l’inevitabile epilogo proprio come ne Il Signore del Male.
La serialità televisiva contemporanea attinge a piene mani da questo periodo cinematografico, gli 80, e non ci riferiamo solo agli espliciti potpourri di citazioni nostalgiche (Stranger Things) ma più nello specifico a prodotti come l’evento telemediale LOST, la serie sul Mistero per eccellenza. Scendendo nella botola e analizzando il nucleo profondo della serie alla luce della pellicola di Mann notiamo come L’isola sia la fortezza/zona, nonché teatro concentrico dei misteri inspiegati e mai sciolti del tutto. Lo scontro duale di spirito del male e guardiano del bene, nebbia assassina rappresentativa dello spirito maligno e così via fino al trans-generico dentro e fuori dal mondo, nel mistero del Male che agisce come forza umana e sovrannaturale.
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