Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
++++Prima della lettura è consigliata la visione del film++++
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) primo capitolo della trilogia delle nevrosi di Petri e Pirro.
In questo primo capitolo viene messa in scena, attraverso una chiave grottesca, la nevrosi legata all’abuso di Potere.
Risulta molto difficile dare una definizione precisa di nevrosi senza scomodare uno dei più grandi nomi legati alla psicoanalisi, ossia Carl Gustav Jung, il quale, meglio di altri, così la descrisse: “La nevrosi […] è in ultima analisi una sofferenza della psiche che non ha trovato il proprio significato”.
I personaggi della trilogia di Petri e Pirro sono tutti affetti da nevrosi, sfogano questa sofferenza portandola a livelli estremi, fino alla psicosomatizzazione: l’ultimo capitolo del trittico [ https://acumedellagrume.com/2018/04/19/una-piccola-cine-nevrosi/ ] è un vero e proprio manifesto di questo disturbo. Lo sfogo della nevrosi si verifica attraverso l’unico strumento che il protagonista possiede, nel caso di Indagine è il Potere che porta la nevrosi a manifestarsi, come viene detto dallo stesso protagonista del film:
“Comunque una malattia contratta durante l’uso permanente e prolungato del potere, una malattia professionale, comune diciamo a molte personalità che hanno in pugno le redini della nostra piccola società”.
Prima comprendere al meglio la nevrosi del Dottore è necessaria un’analisi del potere. Per cominciare è essenziale sottolineare che il Potere portato in scena da Petri, Pirro e Volontè, è un Potere burocratico composto da norme giuridiche imposte talvolta con violenze psicologiche. Durante il film sono assenti scontri fisici tra polizia e manifestanti, l’uso delle armi è quasi nullo a parte la lametta con la quale viene tagliata la gola ad Augusta Terzi, classificata come “arma bianca” – oggetto potenzialmente dannoso o letale ma alla portata di tutti come coltelli, martelli, etc. – possiamo quindi definirla come un’arma in borghese, come gli abiti del Dottore. Anche la presenza delle forze di polizia in divisa è rara, esclusa la scena in cui viene fatta esplodere una bomba all’interno della questura. Insomma si tratta sostanzialmente di un Potere dagli abiti borghesi che si impone attraverso l’uso delle maschere. È proprio su questo ruolo delle maschere che Petri e Pirro giocano abilmente rimanendo in bilico tra cinema politico e commedia. La chiave della commedia permette di creare una caricatura, nel caso di Indagine è la feroce caricatura di un determinato personaggio, il Dottore, rappresentato come la maschera principale di questo Carnevale ovvero colui che, manipolato dalla propria nevrosi, guida un gioco del quale non è mai stato padrone: “Volontè assume i tratti ma soprattutto la funzione sulla scena di maschera comico – sublime” Il gioco di maschere è fondamentale per mostrare allo spettatore la nevrosi che affligge l’animo del Dottore, quest’ultima a sua volta è essenziale perché è colei che più di tutti si impone attraverso l’unico strumento che egli possiede: il Potere. È molto interessante la classificazione del Potere scritta da Claudio Bisoni, viene suddiviso per caratteristiche: Potere concentrato, Potere asimmetrico, Potere snodato e incontrollabile e il Potere carnevalizzato. I più interessanti ed essenziali, per capire dove si nasconde la nevrosi del Dottore, sono i seguenti:
–Potere concentrato: lo si trova nelle mani di un unico elemento, il Dottore chiarisce questo concetto durante il discorso di insediamento nell’ufficio politico.
–Potere asimmetrico: viene a crearsi un effetto di sbilanciamento, chi sta della parte della legge anche in caso di abuso di potere; viene comunque protetto dalla legge stessa e da chi lo circonda, nel caso di Indagine la scena delle intercettazioni telefoniche è la più rappresentativa di questo tipo di potere; la polizia infrange la privacy per mantenere l’ordine.
–Potere carnevalizzato: il potere viene umiliato e reso nullo, come fa Augusta con il Dottore mettendo in dubbio le sue qualità d’amante.
Il potere rappresentato da Petri non è poi così lontano dalla definizione che di Max Weber:
“Il potere viene individuato, quindi, come quel fenomeno per cui una volontà manifestata dal detentore (o detentori) di esso, definita comando, influisce effettivamente sull’agire di altre persone, definiti dominanti, i quali assumono un comportamento di obbedienza”.
Le tipologie sopra descritte rappresentano il Potere che il Dottore è chiamato a riprodurre ed è attraverso il principio descritto da Weber che egli lo applica ai sottoposti, tra i quali il povero Panunzio, risultando un capo branco e allo stesso tempo un insospettabile. L’abuso di potere rappresenta solo la punta di un iceberg, lo sfogo di cui parlava Jung. Occorre quindi un quesito per sviluppare il tema:
Dov’è la nevrosi?
Partiamo dal delitto Terzi; il Dottore ha dovuto uccidere Augusta, non solo per provare la sua insospettabilità, ma perché Augusta rappresentava un pericolo poiché, attraverso le sue umiliazioni lo degradava, spodestandone l’autorità. L’apice si manifesta quando il Dottore viene a conoscenza del tradimento della Terzi con lo studente Pace: con la morte della donna egli si riappropria dell’autorità, del potere e della propria personalità. Si può dire che Augusta è la vera protagonista della pellicola perché è colei che dà inizio a tutta la vicenda attraverso l’umiliazione nei confronti del Dottore.
Quest’ultimo, dopo il delitto, oltre a riprendere il proprio ruolo nella società, ricompone anche il proprio narcisismo, il proprio ego, ed è proprio quest’elemento a spingerlo verso il surreale gioco dell’insospettabilità. Facendosi forte dei poteri acquisiti, sfida proprio coloro che in precedenza l’avevano investito di quegli stessi poteri. La sofferenza psicologica di cui parla Jung non risiede nelle norme legislative o nell’uso dittatoriale del potere, ma nell’uomo – il Dottore – costretto a riempire i propri vuoti emotivi con un narcisismo spietato. La nevrosi, quindi, è solo la causa scatenante dell’abuso del Potere, non ne è la conseguenza. La parte fondamentale del film, è la scena del discorso d’insediamento nell’ufficio politico della polizia. Risulta chiaro che questo monologo, tenuto subito dopo aver ucciso la povera Augusta, sia autoreferenziale; si tratta di una confessione pubblica ma allo stesso tempo segreta, poiché nessuno dei presenti è a conoscenza del colpevole e solo lui, facendosi scudo di se stesso, parla liberamente di ciò che ha compiuto poche ore prima, usando come metafora i criminali comuni. È da questo discorso che dobbiamo partire, perché da questo momento in poi la personalità del Dottore si divide per adattarsi al cambiamento, generando la nevrosi, come scrive Jung: “Il momento dell’insorgere della nevrosi non è casuale, anzi di regola è molto critico. Normalmente è il momento in cui sorge la richiesta di un nuovo assetto psicologico, cioè di un nuovo adattamento”.
Il Dottore si adatta al nuovo ruolo di capo sezione e sdoppiandosi fa iniziare il gioco con il potere stesso: da un lato vuole esser scoperto, dall’altro vuole mantenere il suo autoritarismo immutabile. La parte che vuole esser scoperta è la parte più infantile della sua personalità, la stessa che più e più volte Augusta ha stuzzicato attraverso l’umiliazione; invece quella più autoritaria rappresenta il lato più adulto della sua personalità. La nevrosi si fa viva durante questo monologo, che è più una scissione interna, essa è proprio in mezzo a queste due personalità in conflitto. Questo diventa chiaro quando durante il discorso ripete: “Sotto ogni criminale può nascondersi un sovversivo, sotto ogni sovversivo può nascondersi un criminale”
Testi consultati e citati:
-C.G. Jung, Opere. Vol. 11: Psicologia e religione, Bollati Boringhieri, Torino 1979.
-Intervista di Giacomo Gambetti a Elio Petri in “Cineforum”, n. 92 – 93, maggio – agosto 1970.
– U. Pirro, Il cinema della nostra vita, Lindau, Torino, 2001.
-C. Bisoni, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Lindau, Torino 2015.
– A. Rossi, Elio Petri e il cinema politico italiano. La piazza carnevalizzata, Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni 2015.
– M. Weber, Economia e società, Vol. II, Edizioni di comunità, Milano 1961.
– G. Rigola (a cura di), Elio Petri, uomo di cinema, Bonanno Editore, Acireale 2015.
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