“87 ore” di Costanza Quatriglio
C’è chi di recente, riguardo il film sul caso Cucchi, ha dichiarato: “Non ho tempo per il cinema”, sottolineandone implicitamente la presunta inutilità. Fortunatamente ci sono sfaticati e fannulloni – come il sottoscritto – che hanno parecchio tempo da perdere. In questo paese strano ma bello [esteticamente] c’è ancora una storia da raccontare oltre a quella di Stefano Cucchi:
“87 ore” di Costanza Quatriglio [con il supporto di Amnesty International]
12 infermieri capaci di ignorare le grida e i pianti di colui che hanno legato, mica facile eh! Nemmeno Bava e Merhige sarebbero riusciti a costruire qualcosa di simile; una realtà in grado di superare la ragione umana mediante la ferocia ingiustificata e l’abuso di potere. Lo schermo filtra le grida e a noi arrivano solo immagini e silenzi.
La trama è piuttosto semplice: ci troviamo nella provincia di Salerno, Francesco Mastrogiovanni è un maestro elementare di 58 anni, personaggio scomodo a livello locale. Anarchico e “pazzo”, saranno proprio questi due aggettivi a costargli un TSO senza ritorno. Mastrogiovanni viene ricoverato il 31 luglio 2009 e muore di fame e di sete pochi giorni dopo, il 4 agosto.
La Quatriglio ridà vita al Maestro attraverso le immagini della sua morte, creando un vero e proprio film dell’orrore – mi sbilancio e lo definisco un film politico – la regista stessa, in un’intervista a Giovanni Tizian per L’Espresso, racconta le difficoltà riscontrate nella scelta delle immagini delle videocamere di sorveglianza, oggetti freddi e meccanici non guidati dall’occhio umano.
Non esiste cameramen, non esiste sceneggiatura, è tutto reale e al limite dello snuff movie. Siamo davanti ad un film crudo e tremendo dotato di una narrazione autonoma [l’occhio meccanico dello Stato]. Parliamoci chiaro: se il 900 è stato il secolo della “parola” il nostro è il secolo dell’immagine, finalmente oggetto autonomo in grado di superare il verbo ed il suono. L’immagine è l’unica arma che possediamo capace di raccontare al meglio certe storie e a ridare loro dignità.
Contro ogni abuso di potere.
Di seguito il film:
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