Myers: eroe romantico fuori dal tempo.
Poche righe dopo tanto tempo
“Ha ancora senso rappresentare il male?”
Questa è la domanda che mi sono posto alla fine della visione di Halloween di David Gordon Green.
Myers è tornato.
40 anni dopo il capolavoro di Carpenter, Michael evade dal carcere psichiatrico. La mia generazione dovrebbe aver paura? Insomma – questa domanda mi assilla – siamo i figli di you tube, dei suicidi in diretta facebook, dell’esecuzione a reti unificate di Saddam. Ormai, a partire dalla strage di Utoya, passando per la Columbine High School, sino ad arrivare alla dichiarazioni del ministro Fontana: nulla dovrebbe farci più paura. Siamo tutti figli di una violenza visiva e verbale che ha reso molti di noi insensibili. Oggi come oggi Myers avrebbe fatto molta più paura in veste di Ministro del cambiamento.
Green – insieme alla macchina nostalgica Hollywoodiana – ha ritenuto lecito restituirci Myers, sollevando comunque dei dubbi; una delle frasi pronunciate durante i primi minuti da uno dei personaggi è stata “come fa ad impressionarvi un uomo con un coltello?”. Michael torna armato solo del suo coltello, nonostante l’avvento del deep web, insomma: un eroe romantico.
Breve trama: Myers evade e fa fuori mezzo quartiere in 20 minuti, Laurie Strode [Jami Lee Curtis] nonostante l’eta avanzata [figa comunque eh, sia chiaro] decide di vendicarsi e spaccarlo.
Analisi piena di tecnicismi: il film fa cagare, non c’è più quell’ansia targata Carpenter. In Halloween 2018 troviamo solo i nuovi codici degli attuali film horror: sangue a volontà e corpi maciullati. L’unico a rimanere lo stesso è il protagonista, ormai fuori tempo e fuori moda. La violenza vera ha superato quella cinematografica.
Non trovo una frase ad effetto per chiudere quindi ciao.
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